Riccardo Pirrone

Non sembra, ma siamo ancora in guerra

Non sembra, ma siamo in guerra.
Una guerra ideologica dove post, meme, fake news e video deliranti sono le armi per controllare la comunicazione.

 

Dato che in guerra ognuno deve fare la sua parte e dato che la propaganda è sempre più serrata, ho analizzato i profili di chi è contro la legge zan, i social di Pillon, Adinolfi e Salvini e Co. e ho visto che la maggior parte delle interazioni provengono da persone che in realtà sono a favore del DDL Zan, magari provengono anche da qualcuno di voi che è qui in piazza oggi.

 

Questo porta tantissima visibilità e nuove munizioni alle loro pistole.

 

Bisogna stare attenti perché attaccano stando in difesa, infatti si proclamano in difesa della famiglia tradizionale e in difesa della libertà. E questa è una strategia subdola. Si fingono in difesa invece colpiscono continuamente.

 

Da social strategist consiglio a tutti di non commentare, condividere e interagire più con i contenuti di questi soggetti, in tal modo annienteremo la loro visibilità e silenzieremo le loro armi.
È difficile, ma questa è una guerra fredda e se sui social vanno ignorati, nella vita reale vanno fermati e educati.
Vanno educati con una legge perché siamo ancora in guerra.
Perché in strada un commento diventa un pugno in faccia, perché nella vita reale le umiliazioni continue portano al suicidio. Alla morte.

 

Taffo dice che la morte è ciò che ci accomuna tutti, siamo tutti uguali sottoterra.
Io dico che dovremmo esserlo anche in vita.
La Legge Zan serve a questo, a ristabilire il principio di uguaglianza.
E la pace.

 

Il mio discorso alla manifestazione dei I sentinelli di Milano

 

 

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